Quando “prima e dopo” nascono
da piccoli passi quotidiani
(tempo di lettura: 5′)
Questa è una bella storia, una di quelle storie che mi piace raccontare. Una di quelle storie che fanno bene a tutti, ma in particolare alle donne, in particolare a quelle che hanno superato i 20 anni e che sono schiacciate da una serie di convinzioni che sono l’unico vero peso di cui rischiano di non liberarsi.
Questa donna si chiama Giulia, è una persona che ha accettato la sfida di cambiare la sua vita, e che l’ha vinta. Io e Giulia ci conosciamo da un po’, è una persona che ha fatto con me un percorso personalizzato di allenamento e crescita personale. Quello è stato sicuramente un momento d’impatto nella sua vita, un momento nel quale è entrata in contatto con informazioni, stimoli, pensieri, nuovi per lei. Ma il seme del suo cambiamento aveva bisogno di più incubazione.
So che la maggior parte dei trainer misura i risultati i numeri, ma io non sono la maggior parte dei trainer e non sono una trainer. Il mio sistema è un sistema di crescita personale e allenamento: se mi segui e conosci, sai che stimolo un cambiamento interiore per determinarne uno esteriore. E sai cosa? NON è un’opinione, che sia necessario esattamente questo ordine cronologico, ma una’evidenza scientifica. I “prima e dopo” di ogni tipo nascono da cambiamenti che spesso sono impalpabili, da “salti di paradigma” che non sono visibili ma che, piano piano, si traducono anche in un corpo diverso.
Giulia ha concluso il suo percorso con me ma sapeva e sentiva di non aver ancora effettuato il salto di paradigma che le serviva. È come se fosse stato piantato un semino prezioso e potente, pronto a germogliare non appena ci fossero state le condizioni atmosferiche e il terreno adatto a portare frutti. Infatti così è stato!
Ti lascio ascoltare la sua storia, raccontata dalle sue stesse parole: saranno preziose e potenti.
Un passato complicato
Ho sempre avuto un rapporto molto conflittuale con il mio corpo, già alle elementari ero presa in giro perché “cicciona”, che poi a riguardare le foto ora, non lo ero affatto. Durante l’adolescenza ho sofferto di bulimia e binge eating, e in realtà è qualcosa che ancora succede se mi distraggo da me, il mio rapporto con il cibo è qualcosa su cui devo rimanere concentrata e riesco a gestirlo.
Da sempre mi sono sentita a disagio nel mio corpo, per anni in modo davvero forte, con la convinzione che non sarei mai piaciuta a nessuno, che sarei sempre rimasta sola a causa di questo corpo così sgraziato e infelice.
Poi verso i 26 anni sono andata a vivere da sola e ho iniziato a star meglio con me stessa, pur considerandomi sempre molto grassa, anche quando non lo ero affatto, provavo meno disagio e meno ansia sociale, ero più serena e sicura di me. Poi a 30 anni sono andata a convivere con quello che poi sarebbe diventato mio marito, ho ricominciato ad ingrassare, lentamente, senza riuscire più a tornare al peso che avevo tenuto per anni, in cui mi sentivo bene. Sono rimasta incinta, e 10 mesi dopo la nascita del primo figlio ero incinta del secondo.
Per tutta la gravidanza mi sono rifiutata di pesarmi, e anche dopo aver partorito, ma credo di essere ingrassata molto, penso almeno 20 kg.
Dopo 4 mesi dal secondo parto mi sono separata da mio marito, avevo un bambino che non aveva ancora compiuto 2 anni e uno di 4 mesi, allattavo, sono dovuta tornare a lavorare immediatamente, ed ero semplicemente devastata.
Non mi sentivo più una donna,
ero solo una madre completamente annullata
Mi sentivo brutta, grassa, rifiutata, abbandonata, e per un anno non ho fatto altro che cercare di sopravvivere al crollo della mia vita intera.
Il cammino del cambiamento
Un anno dopo la fine del mio matrimonio ho contattato Giovanna, ho iniziato a seguire la dieta, a fare esercizi, ero carica inizialmente, ma facevo molta fatica a stare attenta e mi sentivo insicura nel mio corpo, incapace, e alla fine ho mollato, per senso di inadeguatezza credo. Poi ho ripreso qualche mese dopo, ottenendo qualche risultato ma sempre in bilico tra binge eating e digiuni, senza trovare un vero equilibrio, nel solito andamento a fisarmonica che mi contraddistingue. L’anno dopo ho fatto una dieta tremenda, affamante anche, senza alcun esercizio fisico, perdendo circa 8 kg ma poi tornando velocemente a riprenderli.
A giugno ho conosciuto un uomo con cui ho iniziato una relazione, una persona molto sportiva, che vive lo sport senza forzature, senza eccessi, con grande naturalezza, e apparentemente senza sforzi. Mi ha raccontato dello sport facendolo sembrare facile, fattibile, l’ho visto come qualcosa di condivisibile, come un momento anche di aggregazione.
Quando per la prima volta ho messo le scarpe e sono uscita a camminare sono stata immediatamente sostenuta e gratificata,
mi sono sentita capace, e credo che
questo abbia fatto la differenza
Il senso di inadeguatezza è quello che mi ha fermato più volta, il sentirmi sempre goffa, incapace, non abile. Ogni volta sono partita pensando di cambiare tutto e subito con la sola forza di volontà, ma ora so che non è sufficiente. Anzi, si innesca un meccanismo per cui il tentativo fallito ti fa sentire ancora più inadeguata e insufficiente e incapace, e ogni volta ti riconferma che è esattamente così.
Il motivo che mi ha spinto ad iniziare è stata la voglia di muovermi, a prescindere dall’obiettivo, mi sono mossa non per dimagrire, ma solo per muovermi, per provare il benessere che vedevo negli altri, ed effettivamente l’ho provato. Inoltre sono stata sostenuta, incoraggiata, fatta sentire brava, capace, coinvolta con altre persone in momenti di condivisione del movimento e questa rete mi ha sostenuto.
La domanda scatenante è stata
chiedermi perché aspettare
Se desideri muoverti perché non farlo ora? Perché trincerarsi dietro a scuse di ogni sorta e genere? Questa è stata la cosa che mi ha spinto a muovermi subito, senza aspettare la fine dell’estate, la palestra, i soldi, il tempo. Sono uscita a camminare la prima volta il 4 agosto, con un caldo terribile, delle vecchie scarpe da running incartapecorite, e un pantalone da danza. Il resto è venuto sentendo che stavo facendo qualcosa di realmente benefico, e soprattutto non sono stata lasciata sola. Per questo ho deciso di aprire la pagina Culonachallenge, per sostenere gli altri e me stessa, per non tornare sul divano e per rendere una mano a tutti quelli che vorrebbero cambiare ma non hanno una rete che li sostiene.
Un “prima e dopo” che raccontano di un cammino
Non ho scelto a caso la parola cammino, perché è il cammino verso la nuova se stessa quello che Giulia sta intraprendendo ed è camminare il tipo di movimento che le ha dato fiducia nelle sue capacità.
Come hai letto, oggi Giulia ha una pagina Facebook che ha chiamato “Culonachallenge”, con una buona dose di autoironia e di empatia, per tutte quelle donne che come lei si sentono culone o si sono sentite culone, e sono state limitate da questo pensiero ad intraprendere l’inizio di un cammino che le può invece cambiare radicalmente. Oggi é lei la motivatrice, oggi é lei la guida che dà l’esempio e che porta tante persone, non solo donne, in una direzione di cambiamento. Oggi è lei che col suo “prima e dopo” potrà generare tanti “prima e dopo”. Ci tengo a sottolineare che i suoi risultati sono frutto della famosa trasformazione mentale di cui parlo sempre, e senza la quale nessun “prima e dopo” può esserci! Sono molto fiera di avere visto questo potenziale quando lei ancora non era in grado di riconoscerlo, e sono davvero felice di vedere questa grande evoluzione, che come tutte le evoluzioni non ha portato ad una conclusione ma soltanto ad uno stadio di progresso che verrà presto sorpassato da uno stadio migliore e più elevato. Questa Giulia è in viaggio, e non ha intenzione di fermarsi.
Se ti senti pronta/o per cambiare, e raggiungere l’equilibro psicofisico che da sempre ricerchi,
rivolgiti a chi ha già ottenuto risultati concreti,
sia su di sé che su tantissime altre persone.
Io posso aiutarti.
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